  
      L'ALLORO 
      L’alloro è ‘na pianta bella e profumata , 
        Po' cresce 'unsomaquanto ,seddiovole, 
        la tagli , le in du’ balletti riè buttata. 
        Ni' garba l'ombra, proprio come il sole. 
      Le foglie en' ovali verdi e lucidate, 
        ti ci specchi ,tanto è lo splendore. 
        Si mantenghi' ben‘ anco’ seccate , 
        se le metti in capo ,è un grand'onore. 
      Ma quello che forse ancora un’sapete , 
        è che c’ha dentro un mix di vitamine, 
        il potassio ,lo zinco e anco il “magnese” 
        Altro che’ medici, che dan' le medicine! 
      Ti fa passa’ il nervoso , e la stracchezza , 
        ti cura per ben’ il tratto digerente. 
        Se lo mangiate pero' un’accortezza 
        Fa’ scurreggia’ ! Un’state tra la gente. 
        | 
    
  
      
      LA BURAGGINE 
      Non si giudica mai all'apparenza; 
        certo vedella 'osi un'fa mia gola, 
        c'è stato chi ha avuto l'impudenza, 
        di mettela in padella a coce sola. 
      Sembra che pungi solo a guardalla , 
        ma invece il su pelo liscio, è deliato. 
        Se provi una volta ad assaggialla, 
        c'e da resta di stucco, si ! Deliziato. 
      Non solo c'han fatto de'mazzetti, 
        per gli sposi ad augurà armonia. 
        Le balie ci sfamavin' i bamboretti 
        montava il latte co'lé , da buttà via . 
      Dopo la sbornia la testa fà passà, 
        scansa la tristezza ,dà coraggio 
        Po' il su' olio le rughe fa scordà. 
        Scrisse di lé cosi ,un vecchio saggio: 
      "Per fa cresce le tette bamborina, 
        ci vol' la cacca di gallina, sciolta". 
        Ma la buraggine che è erba fina 
      Le farà torna su', come 'na volta.  | 
    
  
      
      "UN FUSTO D'ECCEZIONE" 
      Son Cachi o Caco migrante d'eccesion', 
        dall'oriente a Firenze attecchi la mi' radice. 
        L'onore andò a Bonoli, per la precision'. 
        Quando mi vide cresce, diin' ne fù felice . 
      La mi pianta è grande ,e molto resistente, 
        pieno di foglie sembro ,un tipo ombroso. 
        D'autunno i mi' colori fan' sospirà la gente, 
        come l'albero, a Natale di palle rigoglioso. 
      Dolci, Mielose,ricche perufin' di carotene, 
        Diin " Il pan' degli Dei" le mì sfere d'orate . 
        Acerbe allappino la bocca , vi 'onviene, 
        mangialle mature , così ,a cucchiaiate. 
      Son' pieno di virtù ,sapete , me ne vanto, 
        alll' omini , vel vezzo li gli è sconosciuto. 
        Dall' atomica son ' scampo per incanto, 
        A professa' la pace da allora son cresciuto. 
      Foto e versi Simona Quilici 
      ( Dal bombardamento atomico di Nagasaki sono sopravvissute pianticelle di 
      Cachi . Da allora in Giappone è l'albero nazionale simbolo di pace)  | 
    
  
      
      "RISOTTO D'ERBA LUNA" 
      Di grazia mi presento ,son' Silene 
        Strigoli mi dicin' o schioppettina. 
        Mi chiamino erba luna, e fan'bene 
        sfioriscio di notte ,come la divina. 
      Impollinata,dalle magiche falene 
        Cruda o cotta ,te tiemmi in cucina. 
        Con me ci fai il risotto molto bene, 
        sostanziosa son' più d'una fettina. 
      Se é vero che da sé nulla non vien', 
        per trovammi hai da fa'una giratina, 
        ne campi co'la sporta, poi convien', 
        alle mi foglie danni si ,una pulitina. 
      Versa in padella l'olio, trita il cipollotto 
        po' il riso, che col bianco va sfumato, 
        romaioli di brodo e quand'é mezzo cotto 
      Giù le mi foglie e dopo? Va mangiato!  | 
    
  
      
      FIORE DEL VENTO 
      In du' sto ora, stà a guardà,è di colore viola, 
        mi garba, anco se però un c'ero avvezza. 
        Rosso come il papavero, pe' colorà l'aiola, 
        bianco candido c'è sempre chi l'apprezza. 
      Perenne cresce ogni anno nel su canto, 
        poi caminà,cercallo è giusto, in du' ti và. 
        ma come i fungi ,nasce sempre e soltanto, 
        In du' ha misso il bulbo , e lì ni garba sta' . 
      Se vieni a Palmata, su per la montagnola, 
        devi salì i poggi, pò scende giù le piane. 
        poi vedè ,spennellato, il campo col su' viola, 
        a piedi dell'ulivi, fà il padron' pe' settimane. 
      A San Pancrazio, sopra alla villa reale 
        tra il bottaccio, e prima della Badiola; 
        combatte co' trombone, è il su' rivale, 
        doventa rosso, tanto, da toglie la parola. 
      Quel' bianco? io un' so dov' attecchisce 
        forse lo troverò , un dì, se cerco bene. 
        La foto che ho fatto, sapete, garantisce, 
      di un' vedello appassi, morì, tra mille pene.  | 
    
  
      
      "MAL ...VA D'AUTORE " 
      È brezzolina e frizza quest' autunno gelato , 
        In questa foto un'ho addosso il mi fiore bello! 
        'un so' certo na' tipa snob, se t'è sembrato, 
        bada che stelo, ammira pure il mi mantello! 
        Il mi' cuore palpita e sospira appassionato. 
      M'han sempre tratto' tutti,come 'na regina! 
        A Corte fui portata già da Carlo Imperatore. 
        Disse "abbellirai il mi' orto , e la mi' cucina" . 
        E co'la scusa m'usò, per calmà il bruciore! 
      I greci mi garbavino, spargevino i mi' semini 
        Così che anco i pronipoti mi potessero gustà. 
        Potevino mai dubità, che nascevin' tutti cretini, 
        Con i frullini a ore, da fa passà la voglia di buttà. 
      Anco di romani l'ho conosciuti insomaquanti 
        Sempre col tarlo che ni' rumava fisso in testa. 
        Bacco tabacco e Venere ,erin' per loro i santi , 
        Po' pregavin' me,carponi e co' la faccia pesta. 
      Son' da sempre simbolo di calma e di dolcezza! 
        M'è tocco sopportà di 'osè che un' immaginate 
        le donne me l' han fatra addosso,che schifezza! 
        Pe' dimosrà allo sposo che erino pure e illibate. 
      Mi portavino ovunque perunfin' nelle mutande, 
        per garantirsi dell' elevate e lunghe prestazioni. 
        Oggi solo pe' le strade ,mi poi vedè da grande, 
        lì taglin' di rado ,sempre un'siin vicine l'elezioni. 
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      MANDORLO 
      Eccomi qua, son belle ingazzurito, 
        pronto a fa' festa ,c'ho botti dà tirà. 
        Mi fa 'na storia il freddo, so' fiorito, 
        vieni in sicilia con me si và a ballà ! 
      Ad Agrigento ,un 'en di certo allocchi , 
        l'han visto , che c'ho il vestito a festa, 
        son più prezioso io che de' brillocchi. 
        Fillide ritrovò l'amor' e le fiorì la testa. 
      Stiaccia, mordi , spremi trita e pesta, 
        lascia perde le 'arni i polli e l' insaccati, 
        pensici ben',su, sai adoperà la testa? 
      Mangià troiai, vol di mori ammassati. 
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      "Bellis perennis per l' amici Margherita" 
      Non voglio da' l'aria d'esse una signora, 
        se mi guardate però ne prenderete atto. 
        Di pellurietta bianca la foglia mia s'indora, 
        col mi' fiore in primavera, il prato ammanto. 
      Il nome mio dii ,potrebbe vole' di guera, 
        che grulli sete ! Ne dovrete certo convení. 
        Son pianta ben bene,da sempre nella tera, 
        le vostre scaramucce un le sto mia a sentì. 
      Anco' se, co le mi foglie,ci poi fa 'na tintura. 
        bona per le ferite, su questo posso garantì. 
        Se invece ci voi fa' il tè poi pure stà sigura, 
        che per una nottata intera io ti farò dormì. 
      La cosa che un sopporto di voi umani; 
        un'abbiatene a male é !? percaritàdidio! 
        Quando pigliate il mi fiore tra le mani, 
      proteste un' spampanallo tutto ,dico io!!!  | 
    
  
      
      "LA MORELLA" 
      M'avrete visto cresce?son spontanea, 
        le mi foglie scure attirin' l'attenzione. 
        Le usavin' come cura momentanea , 
        se avevino a che fà con un' ustione . 
      State co' l'occhi aperti e attenti bene . 
        "Di curiosità dicin' mori anco' il gatto"! 
        Lu' c'ha sette vite ,a voi un vi 'onviene 
        Se del diavolo un' avete il su'contratto. 
      Son velenosa tutta, fino giù nell'osso 
        E specialmente attenti a mi' pallini. 
        Attirin' l'occhio ,verde pisello e rosso 
        Tanto letali , per quanto siin' carini. 
      Né bastin' poghi, resti stecchito ,duro , 
        ti paralizzo da' piedi fin su ne' capelli . 
        Un volta m' usavin ,questo ve lo giuro! 
        Per anestettizzà, pensate , che Tordelli! 
      Un' so mia ,quanti n'è sii campati, 
        di certo c'è ,che stavin' fermi e boni . 
        Ben vi ci stà ! "io vo' sta ne' prati!" 
      Capiste mai 'na volta ,oh peoroni!  | 
    
  
      
      "Nocciolo" 
      Avessi fiato in tronco e le parole, 
        Potrei parlà di come gira il mondo. 
        Fortuna un lo so' fà ,e seiddiovole, 
        Un tramutò proprio così, in un secondo. 
      Ho visto la preistoria e l'omo primitivo 
        Nel bosco c'ero io insieme ad altri mille. 
        Quello scimmion peloso un era cattivo 
        batteva in sulle pietre solo pe' fã faville. 
      Oggi nell'orecchio c'ho un gran brusio 
        milioni d'api s'apposano al mi' fiore, 
        m'annoia un' po ma grazie a loro io, 
        posso mostra a tutti il mi' splendore. 
      Son buoni i mi frutti freschi o seccati 
        chiusi dentro un casco a protezione. 
        Son nutrienti, 3 al giorno van mangiati 
        Se volete arrivà da vivi alla pensione. 
      Nulla si butta di me ,come col maiale: 
        per l'occhiaie ?un impacco solo di foglie 
        per struccà il mi' olio pulisce al naturale, 
        cerchi l'acqua? la mi verga diin ci coglie. 
      E se voi vedé una cosa assai speciale, 
        viemmi' a trovà quando ho i rami in fiore 
        la mia bellezza é un' opera teatrale, 
      Musica e danza d' artistico splendore.  | 
    
  
      
      LINIUM PORPUREA ( falsa ortica) 
      Se ti trovi a girà su e giù per i colli , 
        mi vedi sparsa, come la gramigna , 
        somiglio a un'altra ma se controlli , 
        so' più carina ,assai meno maligna. 
      Difatti un pungio anco s'ho i peletti, 
        son morbida piccina e profumata , 
        ho fiori deliati, a tuba, un 'po violetti 
        van' colti d'aprile, conditi in' insalata . 
      La mí radice profuma un' po di fungi. 
        Bolli la foglia , dà un tè eccezionale 
        Sfriggila co' l'aglio , a filo l'oglio ungi, 
        ha un saporin' sfizioso ,niente male! 
      Se sai trattammi mando via il prurito . 
        Passino i crampi pure le vene variose ! 
        Ancora leggi ? Via allora un hai 'apito ! 
      O forse già ce l'hai du' gambe strepitose ?  | 
    
  
      
      L'ORTICA 
      Se pungo un'c'è mia'da fassi meraviglia, 
        mi usin' sempre, da quando gira il mondo. 
        Se un' fusse doloroso coglie la mi' foglia 
        Un sarei mai attecchita bene ,fino in fondo. 
      M'usavin' nella storia per ritrovà vigore 
        Erin' omini veri, sapete ,mia de' pupazzini , 
        dopo la battaglia ,volevin' fa all'amore 
        mi mandavin' giù intera, anco co' semini. 
      A forza di tirammi e strapazzammi tutta, 
        s'accorsin che anco stoffa potevo doventà. 
        La fine ,ora che mi ci fai pensà, fu brutta. 
        Le chiappe pure a crucchi mi toccò parà . 
      Mi rumino bene nel paston' delle galline 
        sembra che le mi foglie più ova fan covà. 
        Me ne sto a molle,le sere e le mattine , 
        delle pucette nell'orto, dopo un ho pietà. 
      Con me , se voi, tingi di verde anco la lana, 
        Di giallo coloro bene se usi la mi' radice . 
        Potrei scrive ancor'a più d'una settimana 
      Capita si che pungo ! per questo son felice.  | 
    
  
      
      "IL MI’ PREFERITO “ 
      A casa nostra si chiama “ Peporino “ 
        ma noi sian’ strani ve lo posso dì. 
        Alcuni diin’ Piperna , altri Pepolino , 
        su' libri è “Timo” ma statimi a sentì . 
      So’ stati i greci per primi a battezzallo, 
        ni’ davin' all’eroi , così , pe' colazione . 
        L’egizi , sofistiati , invece d’assaggiallo , 
        c’ungevin per ben', da morte le persone . 
      L’han trovo perunfin’, vo' un’ ci credete! 
        ne’ foi che faceva allora l’omo primitivo. 
        Anco l’api, che ‘en molto furbe, lo sapete, 
        van’ matte , pe' ciucciá ,il su’ fiore estivo. 
      Usato ,bada ben' ,un pizziottin’ alla volta, 
        un po’ di più , dicerto , pole da' allergie 
        Su' per i monti o al mare la raccolta , 
        di ‘ vello che vien’ su ,cosi, senz’apatie . 
      Lo usin’ le donne , per regolà le ‘ose, 
        cura la tosse , i bronchi e l’infezioni . 
        Pietanze sciape, con lu en’ più golose . 
        L'alcolico "Serpillo" , a uso de' briaoni. 
      Un’ dovrebbe certo ocore divvi’ altro, 
        un’ c’è l’avete ? pigliatevi 'na piantina , 
        "stioccatela" nel cantuccio che peraltro, 
      tra tanti usi lu' ,profuma la 'ucina  | 
    
  
      
      A PIANTAGGINE (pantalago lanceolata) 
      Chi un mi 'onosce , dai arsi la mano. 
        Son' famosa da monti giù alla piana 
        un m'hai visto ? Alora sei Marziano ! 
        O stai infilo' giorno e notte in una tana! 
      Per que' poghi , li conto su 'na mano, 
        de milioni che n'ha la razza umana, 
        elogio le mi doti, lo sò che sona strano, 
        ma tengo a favvi ave 'na vita sana. 
      Lavati le foglie, en deliate, piano piano, 
        con lattuga, carote e a scaglie il grana, 
        così, per doventà un buon vegetariano, 
        avanti notte, a sorsi tira giù la mì tisana. 
      Mi poi usà se voi, in vel' posto arcano, 
        la dove un' ariva ne sole ne buriana, 
        dall'emoroidi un' poi sedè? ecco 'na mano, 
      mi presto però oioi ! grondo a fontana.  | 
    
  
      
      "IL ROVO" ( Quilici Simona foto e versi) 
      E' vero pungio e sono assai invadente, 
        mi incontri sparso ovunque nella piana, 
        sempre che un' ci taglino sovente, 
        son' una che accesta , assai spontanea. 
      Pole sembrà ,che un'servo propio a nulla, 
        che son bona solo a punge e cresce male . 
        non giudicà mai da' fori , se un sei grulla 
        Sgonfio l'ascessi calmo il prurito vaginale. 
      Hai inteso bene, son proprio le mi foglie, 
        le metti a bollì po' ti ci sciaqui per bene . 
        Se hai la cacarella, corri valle a coglie, 
        fanne un decotto e bevi ciò che viene. 
      Son bone anco le frutta del mi' bianco fiore 
        ma van' mangiate quando en' belle scure 
        mi piace vestì delle razze tutto il su colore 
        Però per me 'en tutte belle uguali le mi more. 
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      "I PENSIERI DI VIOLA" _(foto e testi Simona Quilici) 
      Lo so che un'ci fai caso , son piccina, 
        eppure in quella 'ina c'e il vino più bono! 
        Son timida , un' pò curva ,così deliatina, 
        ma se annusi l'aroma mio ti ridà tono. 
      Son bona da mangiá se son foresta, 
        cruda così la mi foglina in insalata. 
        Se tieni più zucchero che sale in testa, 
        Usa il mi' fiore per profumá la marmellata. 
      Oggi che l'amore fa la su' propaganda , 
        un credo d'andá manco al ballottaggio. 
        Dall'alto del su gambo, le comanda, 
        Dev'esse rossa anco' se un' è Maggio. 
      Io che mi son stufa di fa' la damigella 
        Quest'anno mi preparo un bel comizio, 
        Sul cartelloni scrivo "ALLA TU BELLA 
      PORTA LA VIOLA SU'METTI GIUDIZIO!"  | 
    
  
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